Lo stesso giorno gli zingari erranti percorsero tutte le
strade del paese, chiamando a raccolta la popolazione: “gente, festeggiate con
noi la guarigione di Pantagruel! Nessuno di voi dovrà più temere di essere
mangiato! Venite a congratularvi con lui e vedrete con i vostri occhi la prova
della sua conversione al vegetarianesimo!”
La grande festa venne
organizzata in un luogo speciale, chiamato Torre dei Sogni. Essa si trovava in
un boschetto in prossimità di una rupe e il suo nome era dovuto proprio alla
torretta costruita secoli fa da un nobile del posto, il quale era solito
recarsi in quel luogo a “sognare” in compagnia di qualche bella fanciulla.
Tutta la gente del paese accorse un po’ timorosa, tanti erano i sentimenti di
paura e speranza mischiati nel loro animo. Il Magocuoco all’interno della torre
creava alchimie di sapori, sprigionando profumi irresistibili. Pantagruel col
faccione raggiante accoglieva gli ospiti facendo ampi gesti di saluto con le
braccia e accompagnandoli alla tavola. Poco dopo che tutti si furono sistemati,
due giganteschi pentoloni fumanti uscirono dalla cucina: uno per la gente di
Cettardo e uno per Pantagruel. La ribollita pareva straordinaria, ma nessuno
ancora osava prendere in mano il cucchiaio. Nel silenzio carico di tensione si
poteva udire solo un coro di brontolìi provenienti dalle pance dei più
affamati. Gli occhi di tutti erano puntati verso Pantagruel, il quale con una
pala da contadino in mano mirava dubbioso l’interno dell’enorme pentolone. Alzò
gli occhi per trovare gli zingari e li vide accanto a sé, poi volse lo sguardo
verso la brava gente del paese e capì che, anche se tutto ciò gli fosse costato
la vita, non avrebbe mangiato più nessuno di loro. Infilò la pala nel pentolone
come fosse un cucchiaio, la sollevò e assaggiò quella zuppa fatta di
ingredienti per procurarsi i quali i suoi amici avevano affrontato prove
difficilissime (o forse no, perché Pantagruel non era affatto stupido e in cuor
suo aveva capito…) e dopo aver accompagnato quel primo boccone con sette o otto
cipolle intere ne prese un altro e un altro ancora, trovando quel cibo
buonissimo per via dell’amore con il quale era stato creato. La gente allora si
rilassò e cominciò una festa memorabile fatta di cibo, vino, canti e balli. Da
quel giorno Pantagruel non mangiò più nessuno, ad eccezione dell’esattore delle
tasse che ogni anno veniva mandato dala
città di Fiorense, cosicché gli abitanti di Cettardo amarono il nostro caro
mostro ancora di più.